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la devozione popolare

Il territorio sovramontino è disseminato di segni lasciati dalle generazioni passate: testimonianze legate alla terra ed al duro lavoro, ma anche alla profonda religiosità che le animava e sosteneva nelle fatiche di ogni giorno. Finora sono state censite poco meno di cinquanta edicole sacre (dette anche capitelli) e una quindicina di pitture murali a cui si devono aggiungere moltissime croci lignee. Molto, purtroppo, è stato disperso negli ultimi decenni, soprattutto a causa di frettolosi lavori di ristrutturazione o di furti sacrileghi, nei casi dei crocifissi o di statuette votive.
Tipologia costruttiva ed ubicazione di queste testimonianze hanno sempre tra loro una stretta connessione, espressione di una particolare manifestazione di sentimento religioso legata ad un conte-sto geografico e temporale specifico.
In alto, verso le cime delle montagne, si trovano le grandi croci aniconiche piantate in luoghi dominanti (Naroen, Monsampian) per essere visibili da grandi distanze. Rappresentano l’omaggio al Cri-sto del paese sottostante, ma anche un esplicito invito alla preghiera rivolto a tutti i viandanti antichi (pastori, cacciatori) o escursionisti moderni che riescano ad intuirne la presenza. Nelle intenzioni originarie, inoltre, il simbolo della fede cristiana abbraccia con la sua protezione tutta la comunità che si estende fino all'orizzonte e rappresenta il confine fisico e spirituale tra Cielo e Terra.
I crocifissi, eretti ai crocicchi o all'inizio dei sentieri, sono mute testimonianze delle stazioni dove le processioni rogazionali sostavano in preghiera propiziatoria per il buon andamento dei raccolti e delle attività agricole.
Le immagini sacre affrescate e le nicchie sui muri delle case private, numerose a Faller, esprimono la pietà religiosa e le devozioni particolari delle famiglie che vi abitavano. Venivano realizzate sul prospetto dell’edificio prospiciente la pubblica via per essere meglio visibili.
Edicole e sacelli sorgono agli incroci delle strade, in luoghi di passaggio obbligato favorendo la devozione del maggior numero di persone. Certuni, come quella di Pontera a Sorriva, erano preceduti da un ampio pronao fornito di una lunga panca sotto la quale transita la via: era un invito ai passanti per soffermarsi in contemplazione dinanzi alle immagini sacre lì contenute. La posizione delle edi-cole sacre, in prevalenza all'inizio o “a capo” delle strade, spiega l’etimologia del termine veneto capitello, derivante dal latino caput. A Sovramonte le immagini devozionali più diffuse sono quelle relative al culto della Madonna (Addolorata, Assunta, di Caravaggio, di Loreto, degli Angeli e delle Grazie), di Sant'Antonio da Padova e di Santa Filomena, venerata a Faller. Seguono raffigurazioni dei Santi Vittore e Corona, patroni della Diocesi di Feltre, e del Cristo, tema ricorrente nelle croci lignee.