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le feste popolari

Anche in questi paesi di montagna si celebrano da generazioni feste popolari (sagre) legate al Patrono, a particolari avvenimenti religiosi della storia locale (come un Voto) o semplicemente alla meritevole iniziativa di alcune associazioni. È indubbio che queste manifestazioni, anche se hanno perduto parte del loro spirito originario, rivestono un’importantissima funzione di aggregazione sociale all'interno e tra le singole comunità del territorio. Quelle che si svolgono nel periodo estivo sono volutamente rivolte anche ai villeggianti, che vi partecipano volentieri.

Aune

I patroni sono San Pietro Apostolo, festeggiato il 29 Giugno, e San Lorenzo, martire romano del 258.
Dagli anni Sessanta del secolo scorso si è affermata la sagra dedicata a quest’ultimo (10 agosto) che oggi si svolge in un apposito tendone montato presso le ex Scuole Elementari. La festa è stata ripresa per intrattenere gli ospiti con giochi, canti, balli, portate culinarie ed una ricca lotteria. Ha, però, un’origine antica, perché ricorda gli avvenimenti del 1510 che portarono alla riduzione dei greggi e alla carestia, causa la guerra cambraica in cui gli occupanti teutonici erano visti dai locali come emissari del diavolo. Così ancor oggi viene distribuita la carne affumicata di agnello tra suoni, canti e fuochi d’artificio.
Il giorno di ferragosto gli alpini del gruppo ANA di Aune salgono sulla cima del Monte Pavione per commemorare i caduti della montagna. La giornata si conclude con il ristoro presso la Malga Vette Grandi.
La seconda domenica di Ottobre da tempo immemore si festeggia con una messa la festa della “Madonna nostra”, ovvero la Maternità di Maria, che un tempo segnava il ritorno in paese di uomini ed animali dalle casere del prealpeggio, quindi la fine della monticazione.
A Salzen ogni cinque anni, il 13 Giugno Festa di S. Antonio da Padova, si svolge una processione in ricordo di un voto compiuto nel 1899.

fALLER

I patroni sono i Ss. Quirico e Giulitta, madre e figlio martirizzati ad Antiochia sotto Diocleziano. La loro festa ricorre il 15 luglio. Un tempo era una grande ricorrenza che coinvolgeva tutto il paese, mentre oggi è ridotta alla visita dei defunti nel cimitero.
La profonda devozione locale alla martire Filomena ha origine nell'epidemia di Colera del 1836, quando a luglio morivano in paese mediamente 4 persone al giorno. Al capo fabbriciere Marco Slongo apparve allora la Santa raccomandandogli di affidare alla sua protezione se stesso e la comunità. Il 20 luglio fu invocata Filomena, e dopo due giorni il paese fu liberato dall'epidemia. Si decise così di innalzarle in chiesa una cappella che venne terminata nel 1838. Fu quindi acquistata una statua in cera e nel luglio dello stesso anno fu stabilito di celebrare la santa la seconda domenica di agosto. La festa consisteva allora nei primi Vesperi, Messa cantata, secondi Vesperi con processione intorno al colle Vandella. L’Arciprete si procurò una reliquia della martire. L’altare venne poi eretto ad ente morale, con beni immobili (bosco di S. Filomena) e amministrazione del “negozio delle pecore” che durò fino alla fine dell’Ottocento. Alla fine del XIX secolo la processione era accompagnata da gendarmi, sparatori, portatori di tamburo e di gonfaloni. Dal 1860 fu concessa ai fedeli l’indulgenza plenaria, privilegio rinnovato nel 1909. Molti arrivavano a piedi, percorrendo vari sentieri, anche da paesi lontani, per assistere alla messa solenne e partecipare alla processione con illuminazioni, archi trionfali, banda di musici, spari di mortaretti, oratori famosi. I molti ex-voto nella cappella sono muta testimonianza delle grazie concesse. Dagli anni Sessanta del XX Sec., per la grande affluenza di fedeli, la Messa fu celebrata nel sagrato della Chiesa. Attualmente la festa si tiene la seconda domenica di Agosto.

Servo

La festa dell’Assunta, patrona del Paese, si tiene il 15 di agosto.
Successivamente all'incendio di Aune, il 31 Agosto 1944, continuando le vicende belliche, l’Arciprete Don Giovanni Sebben convocò tutti i capi famiglia della Parrocchia per emettere un Vo-to alla Vergine Addolorata. Ad essa furono richieste: incolumità per gli abitanti e le loro case ed esenzione di qualsiasi requisizione dei loro beni fino a 6 mesi dalla fine della Guerra. Se ciò fosse stato esaudito il popolo promise di celebrare come precetto la Festa della Vergine Addolorata il 15 Settembre di ogni anno, con messa solenne e processione quinquennale per le vie del paese.
Lungo il percorso vengono innalzati degli archi lignei rivestiti di fronde d’abete. Alla sera della festa, poi, le donne preparano una cena per i soli uomini del paese.
Il 16 di Agosto le comunità di Servo, Sorriva e Zorzoi si riuniscono a celebrare con una santa messa (una volta erano tre) la festa di San Rocco, che si conclude con il ristoro preparato dagli alpini, presso l’omonima chiesa sul poggio fuori del paese.

SORRIVA

Il patrono è San Giorgio, soldato di Cappadocia martirizzato sotto Diocleziano nel 303. Viene festeggiato il 23 aprile.
Il Voto, che diede origine alla festa ed ha importanza storica per il paese, risale alla Peste del 1631. In quell'anno l’epidemia raccontata dal Manzoni era arrivata anche a Sorriva, e aveva mietuto molte vittime, tanto che il paese fu messo in quarantena e circondato dalle guardie. I morti, riesumati, vennero sepolti in apposite fosse (in località Pian dei mort), come ricorda il pievano don Francesco Todeschi. Il medico Zaccaria del Pozzo si attivò per far bruciare tutto ciò che poteva favorire il contagio. Così la popolazione, attraverso i due capifamiglia Tomio e Baldassarre De Cia, si rivolse a San Giorgio, promettendo di santificare le feste comandate, digiunare nelle vigilie e condurre per sempre una vita veramente cristiana. Ma tali promesse si dimostrarono fin da subito troppo impegnative, e fu deciso di commutare il voto santificando in perpetuo la festa di San Giorgio (il 23 apri-le) ed offrendo alla chiesa un paliotto di cuoio dipinto. A ciò si aggiunse una processione e la distribuzione della minestra di fagioli ai poveri del paese. Ancora oggi si rispetta questa particolare tradizione: la messa del Voto viene celebrata il 23 aprile, mentre i fagioli vengono raccolti di casa in ca-sa, quindi curati e cotti, per ricavarne la minestra che viene distribuita la domenica successiva alla festa del Santo. In quel giorno si svolge la processione con i cappati (figuranti che vestono come i membri della disciolta Arciconfraternita del Santissimo Sacramento) che portano croci, torce e lo stendardo. Poi viene celebrata la messa a suffragio con la benedizione della minestra, preparata ogni anno da tre famiglie diverse, che viene quindi distribuita dai coscritti (ventenni dell’anno) a tutti i presenti in paese. A contorno di tutto si svolge un’animata sagra di sapore spiccatamente gastronomico e folcloristico.
Di istituzione più recente(ottocentesca) è la Sagra dei Carmini che si tiene la quarta domenica di luglio, data che coincideva con il rientro in paese degli uomini che avevano terminato il taglio del fieno nella fascia del pre-alpeggio. Ogni cinque anni, il 2 giugno, si celebra presso il Capitello di Pontera la festa della Madonna delle Grazie, culminante con la processione per le vie del paese che at-traversa caratteristici archi ricoperti da fronde di abete.

zORZOI

l patrono è San Zenone, Vescovo di Verona morto intorno al 372, la cui festa si celebra il 12 aprile.
Fin dagli inizi del Novecento la festa principale era la Sagra di San Giuseppe lavoratore (19 marzo) che coincideva con la partenza di molti lavoratori stagionali, e che dal 1977 venne spostata al primo maggio (festa del lavoro). Comprendeva la Santa Messa, vari giochi e la tombola in piazza con la benedizione dei veicoli.
Dal 1973 tra la fine di luglio e ferragosto si teneva la Festa dell’Ospite, dedicata ai villeggianti, con degustazione all'aperto di specialità gastronomiche locali. Dal 1987, in occasione della prima edizione del Palio delle Contrade disputato per sette volte fino al 1993, la festa è stata spostata in un capannone all'interno del paese. Oggi rimane solo la Santa Messa presso la Croce di Naroen (sopra il paese a quota 1480 mslm), innalzata in un punto panoramico nell'Anno Santo 1933 in larice e ricostruita in ferro nel 1968 successivamente ad un incendio che l’aveva distrutta. Dal 1998 il Gruppo Alpini di Zorzoi, oltre a ripulire periodicamente l’area circostante, organizzano in occasione della ricorrenza un succulento rancio alpino che viene consumato dopo la celebrazione religiosa da tutti coloro che giungono fin qui.
Ogni cinque anni, l’8 dicembre, per le vie del paese si svolge la processione in onore della Madonna Addolorata.